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Venezia, ISPRA arruola nuovi “custodi” per la laguna
Venezia, ISPRA arruola nuovi “custodi” per la laguna
07/06/2024

Installate 9 nuove stazioni di misura del livello del mare, delle onde e delle condizioni meteo per il monitoraggio e la previsione degli eventi estremi e di Acqua Alta a Venezia

Monitorare il livello del mare, delle condizioni meteorologiche e delle onde nelle lagune di Venezia e di Marano Grado per prevedere gli eventi estremi e supportare la gestione del rischio costiero, con dati precisi e accurati, anche in relazione all’operatività del sistema Mose. E' con questo obiettivo che Ispra potenzierà il suo sistema di monitoraggio meteo-marino ampliando la propria Rete Mareografica nella Laguna di Venezia e dell'Alto Adriatico nell'ambito del progetto MER (Marine Ecosystem Restoration) finanziato dal PNRR.

L’appalto prevede l’installazione, da completare entro giugno 2025, di 9 nuove stazioni di monitoraggio del livello del mare e delle condizioni meteorologiche nelle lagune di Venezia e di Marano Grado, andando così a rafforzare il sistema osservativo meteo-marino già presente e fornendo ulteriori dati essenziali per il monitoraggio e la previsione degli eventi estremi.
Particolare attenzione verrà dedicata al monitoraggio delle onde in ambiente lagunare - parametro attualmente poco attenzionato dai sistemi osservativi esistenti - ma essenziale per l’analisi e la modellazione delle condizioni idrodinamiche e morfologiche negli ambienti lagunari, funzionali alla comprensione delle dinamiche in atto e alla progettazione di interventi di tutela e ripristino ambientali.

Comunicato stampa

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Il 7 giugno si è tenuta la conferenza dal titolo “Dancalia: il contributo dei geologi italiani nell'esplorazione dell’Afar”. La giornata è stata l'occasione per approfondire, con un approccio multidisciplinare, il ruolo svolto dalla comunità scientifica italiana nell'esplorazione della regione della Dancalia (Africa orientale). Sono infatti molteplici gli esempi di geologi, esploratori e scienziati di varie estrazioni che, dal XIX secolo fino ai giorni nostri, hanno percorso in lungo e in largo la depressione dell’Afar, una regione desolata ma ricchissima di geositi: dal vulcano Erta Ale all’area di Dallol e alla Piana del Sale, dalle sorgenti geotermali di Alalobed alla valle dell’Awash con i vari ritrovamenti fossili.

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